Lega & Padania by Gianluca Passarelli & Dario Tuorto
autore:Gianluca, Passarelli & Dario, Tuorto [Gianluca, Passarelli & Dario, Tuorto]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Politica, Contemporanea
ISBN: 9788815309457
editore: Societa editrice il Mulino Spa
pubblicato: 2012-10-14T22:00:00+00:00
Veniamo infine alle posizioni assunte dal partito sulla politica estera. Il tema assume unâimportanza cruciale sia per i repentini cambiamenti manifestati dalla Ln nelle fasi di governo e in quelle di opposizione, sia per il legame abbastanza stretto con i temi dellâimmigrazione e dellâidentità . «Foresti»: così, e talvolta in forma molto più prosaica, i leghisti usano definire gli «altri, i diversi», a rimarcare una dimensione locale e circoscritta culturalmente [Rumiz 2001]. La quale ha inevitabilmente incrociato e alimentato lâatteggiamento del partito in politica estera, tanto da plasmarne le posizioni assunte rispetto alle varie missioni internazionali in cui lâItalia era più o meno direttamente impegnata. Il Carroccio non ha mai esplicitamente e ufficialmente osteggiato la memoria della Resistenza e della guerra di Liberazione, dato il carattere popolare di quelle esperienze molto diffuse in aree dove è concentrata una larga parte del suo consenso. Tuttavia, in passato aveva apertamente criticato il Pci per il legame con lâUnione Sovietica, salutando con favore la caduta del Muro di Berlino nel 1989. In realtà , durante quella congiuntura storica cruciale per il nostro paese, il partito bossiano era ancora in fase di organizzazione strutturale e identitaria. Risultava però già evidente ai suoi esponenti che la fine della divisione del mondo in blocchi contrapposti avrebbe avuto conseguenze importanti sulla ristrutturazione del mercato elettorale e offerto una finestra di opportunità decisiva per il partito.
La Ln si oppose alla guerra del Golfo del 1991 e durante il conflitto nei Balcani espresse posizioni filo MiloÅ¡eviÄ, tanto da inviare una delegazione (Bossi in testa) in Serbia. Nel 1997 osteggiò la missione in Albania, adottando una linea eterodossa rispetto al resto dei partiti italiani, ed evocò apertamente il pericolo di unâinvasione di profughi, nonché le conseguenze economiche derivanti dai costi dellâintervento umanitario. In quella fase la posizione leghista era influenzata dalla scelta di costituire un polo elettorale terzo, nonché di enfatizzare la deriva secessionista e antieuropea («dopo la Euro-Tax, no alla Alban Tax»). Due anni più tardi durante la guerra in Kosovo, il partito in crisi di risultati elettorali dapprima criticò aspramente lâintervento militare americano, ma alla fine decise, travolto dagli eventi, di votare a favore dellâinvio di truppe italiane.
La guerra in Afghanistan successiva agli attentati dellâ11 settembre ha rappresentato un punto di svolta nella politica leghista, il proscenio per enfatizzare la diversità del partito. Alla base della decisione di appoggiare lâintervento armato câera la necessità di difendere i valori dellâOccidente e il suo sistema democratico dal rischio di attentati a opera del fondamentalismo islamico. Per stabilizzare lâIraq dopo la caduta di Saddam Hussein lâOnu promosse nel 2003 unâiniziativa a favore della popolazione irachena chiedendo il sostegno della comunità internazionale. La Ln sostenne la necessità di una rapida ed efficace azione militare italiana nella regione, sottolineando il carattere «umanitario» dellâiniziativa intrapresa. Qualche anno dopo, però, i leghisti votarono, diversamente da tutti gli altri gruppi parlamentari, contro la missione Onu per pacificare il Libano, ritenendo lâintervento inefficace nel contrastare il terrorismo jihadista.
Nel 2011 la partecipazione di forze aeree italiane alle operazioni militari in
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